Mitologia e psicosomatica. La pelle e il mito di Marsia

a cura della dott. Dott. Luisa MERATI*

Medico chirurgo, coordinatore del Centro Medicina Psicosomatica.
Specializzata in psicoterapia, psicologia clinica, allergologia, immunologia, nefrologia; diploma di ipnosi (AMISI), diploma di psicoterapia a indirizzo psicosomatico.

Coordinatore sezione SIMP S. Carlo – Naviglio Grande.

Il mito di Marsia è codificazione di quella realtà psichica particolare chiamata da Didier Anzieu io-pelle.

Dal mito di Marsia,come enuncia questo autore,psicoanalista,emergono degli elementi di base che si riferiscono alla pelle e che si ritrovano raffigurati nelle espressioni del linguaggio: si vince completamente un avversario quando si ha la sua pelle, si sta bene nella pelle quando la si conserva intera, tenere alla pelle, aver salva la pelle ecc.

In breve, Marsia (forse un satiro) con il flauto e il dio Apollo con la lira si sfidarono in una gara musicale in cui il vincitore avrebbe imposto una pena di sua scelta al vinto. Vinse Apollo, che appese Marsia ad un pino, lo scorticò vivo interamente, la sua pelle vuota rimase sospesa o inchiodata al pino.

La pelle intatta di Marsia raffigura l’involucro protettivo, l’involucro corporeo che garantisce l’individualità-la pelle intatta di Marsia rimase intatta e conservata in una grotta da cui sgorgava il fiume Marsia, affluente del Meandro: questa parte del mito esprime l’intuizione, secondo Anzieu, che un’anima personale, un Sè psichico, sussiste finchè un involucro corporeo ne garantisce l’individualità. Il fiume rappresenta le pulsioni di vita, e l’energia pulsionale è disponibile soltanto per chi ha preservato l’integrità del proprio io-pelle.

Il mito simboleggia quelle che possono essere chiamate le funzioni dell’io pelle e di cui si parlerà anche nella parte seguente (la pelle come organo psicosomatico).

Le patologie della pelle indicano tutte in modo diverso a seconda del la modalità della lesione, una patologia della continuità dell’io poiché la pelle è sacco-contenitore-confine e nello stesso tempo esprimono un messaggio chiaramente espresso in superficie, in modo diverso dalle patologie degli organi interni, in altre parole la lesione cutanea è scritta ed esprime un messaggio in codice tale quale quello espresso per esempio da certi tatuaggi e segni dipinti sulla pelle.

  1. Come la pelle assolve una funzione di sostegno dello scheletro e dei muscoli,cosi l’io-pelle adempie ad una conservazione della vita psichica;
  2. alla pelle che ricopre l’intera superficie del corpo e nella quale sono inseriti tutti gli organi di senso esterni corrisponde la funzione di contenitore dell’Io-pelle;
  3. lo strato superficiale dell’epidermide protegge dall’eccesso di stimoli (para-eccitazione), io ameboide quando nessuna delle funzioni dell’io pelle è stata acquisita, io crostaceo con un carapace che sostituisce il contenitore assente e che impedisce alle successive funzioni dell’io pelle di innestarsi;
  4. la pelle umana presenta notevoli differenze individuali. Queste differenze possono essere investite socialmente ed essere oggetto di attaccamento e di amore, a sua volta l’io-pelle assicura una funzione di individuazione del sè che gli dà il sentimento di essere un essere unico;
  5. la pelle alloggia organi di senso diversi dal tatto, inserito nella stessa epidermide. L’io pelle è una superficie psichica con funzione di intersensorialità, funzione del sistema nervoso centrale o più globalmente dell’ectoderma (da cui sono usciti contemporaneamente la pelle e il sistema nervoso centrale);
  6. la pelle del bambino è oggetto dell’investimento libidico della madre. Il nutrimento e le cure si accompagnano a contatti pelle a pelle generalmente gradevoli. L’io-pelle svolge la funzione di superficie di sostegno dell’eccitazione sessuale;
  7. pelle = superficie di stimolazione permanente del tono senso-motorio attraverso le eccitazioni esterne: corrisponde la funzione dell’Io-pelle di conservazione della tensione energetica interna;
  8. la pelle con gli organi sensori tattili che contiene fornisce informazioni dirette sul mondo esterno e l’Io-pelle svolge la funzione di iscrizione delle tracce sensoriali.

Tutte le funzioni precedenti sono al servizio della pulsione di attaccamento e poi della pulsione libidica.

Ogni patologia cutanea quindi può racchiudere in sé un’alterazione delle funzioni sopra citate diversificandosi a seconda della profondità, dell’estensione, della localizzazione della lesione e quindi del coinvolgimento psicosomatico, tanto più sono coinvolti gli strati profondi con discontinuità del mantello cutaneo, tanto più è estesa la lesione, tanto più profondo, esteso è il conflitto che viene espresso dal linguaggio del corpo.

Come viene espresso attraverso il mito di Marsia la pelle può sopravvivere come contenitore al contenuto basta che mantenga la sua continuità, e può sopravvivere a se stessa come simbolo della continuità del Sé fecondo.

Nel caso delle eruzioni qualcosa spezza il confine, qualcosa vuole uscire, ad esempio nella pubertà la sessualità (acne), lo stimolo del nuovo e la paura del nuovo attirano quasi con la stessa forza. Questo conflitto diviene visibile sotto forma di irritazioni della pelle

Questo vale per quasi tutte le altre eruzioni della pelle. Una eruzione mostra sempre che qualcosa è stato represso, vorrebbe spezzare i confini e rivelarsi pienamente (divenire consapevole).

Una delle dermatosi più frequenti è la psoriasi, essa si manifesta in focolai limitati, circolari, infiammati, di colore bianco argenteo, chiazze dure e resistenti, a volte piccole e localizzate, a volte sempre più diffuse ed estese. Qui la funzione naturale di protezione della pelle viene esasperata e nello stesso tempo alterata profondamente, si forma una corazza dura e fragile ad un tempo con alterazione degli strati più profondi della cute, è anche possibile che si arrivi a vere e proprie ferite sanguinanti.

Spesso la psoriasi comincia nei gomiti,e coi gomiti ci si impone,sui gomiti ci si appoggia. Proprio qui si mostrano indurimenti e vulnerabilità.

Nella psoriasi l’isolamento ha raggiunto il punto estremo così che il paziente viene costretto a diventare”vulnerabile e aperto”almeno a livello corporeo. Il prurito e l’eruzione cutanea indicano anche la fiamma dell’ira con macchie rosse ed esantemi brucianti.

Bibliografia

Graves R. I miti greci, Longanesi 1983.

Anzieu D. L’io-pelle, Borla 1994.

Dethlefsen T, Dahlke R. Malattia e destino, Ed. Mediterranee.