Abstract – Spazi sanitari e spazi dell’anima (2/10/2015)

2 OTTOBRE 2015 – PALAZZO TURATI-MILANO
organizzato dalla CISL MEDICI, PATROCINATO DALLA SIMP, dalla Regione Lombardia e dall’Ordine dei Medici di Milano.
Vedrà l’intervento di A.MINERVINO vicepresidente della SIMP, L.MERATI del consiglio direttivo SIMP, R.BECARELLI , S.CAGIADA, E.COFRANCESCO soci SIMP della Sezione Naviglio Grande Milano –

RESPONSABILE SCIENTIFICO S.CAGIADA

SPAZI SANITARI E SPAZI DELL’ANIMA

Malati, Medici, Operatori Sanitari: Una Nuova Alleanza

Partendo da un’analisi degli spazi sanitari, che in questi ultimi 50 anni hanno subito delle notevoli trasformazioni in funzione dei bisogni dei malati e del loro benessere, si è cercato diavvicinarsi ai luoghi e agli spazi di cura in una prospettiva che fosse in armonia con gli spazi della “mente” e dell’ “anima” dei malati e dei curanti, anche del medico, che può essere a sua volta stanco, stressato, preoccupato per questioni personali, e che lavora in settori clinici che sono spesso carichi di dolore.

Da qui nasce la necessità di una buona comunicazione tra medico e paziente che è spesso influenzata dal coinvolgimento emozionale di entrambi, di una adeguata preparazione del personale sanitario nell’apprendere specifiche abilità relazionali per entrare empaticamente in contatto con l’altro, sia esso malato, collega o collaboratore.

Ma con la giusta distanza, vale a dire senza perdere la propria forza, sicurezza e soprattutto il proprio ruolo!

Verrà proiettato a tal fine, un filmato che evidenzia uno “stile comunicativo” adeguato e corretto per rapportarsi ai malati.

Verranno inoltre proposti modelli di servizi sanitari innovativi, che permettono di sviluppare un’offerta più articolata di servizi attraverso un processo di ottimizzazione delle risorse esistenti, in funzione di una nuova e vera e propria alleanza con il malato.

IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA MENTE E CUORE IN AMBITO SANITARIO

SILVANA CAGIADA

Partendo dalla descrizione dell’immagine posta sulla brochure, che rappresenta il modello di R. Carkhuff (allievo di C. Rogers), che si è maggiormente concentrato sugli aspetti tecnici connessi alla relazione di aiuto, si è evidenziata la difficoltà che possiamo cogliere nelle relazione umane e, in quanto operatori sanitari, nel rapporto con i malati, a qualsiasi livello di malattia, nella relazione di aiuto.La professionalità dell’operatore sanitario, le sue competenze e capacità, possiamo associarle al cervello, all’area pensante, all’intelletto, al capo. La comunicazione all’interno della relazione di aiuto col malato, intesa come manifestazione delle emozioni e sentimenti, possiamo associarla al cuore, all’intelligenza intuitiva.Vengono suggerite azioni concrete per meglio sintonizzare la razionalità con l’emotività e i sentimenti, per riconoscere se un pensiero è veramente nostro o ci è stato messo addosso, liberandoci dai condizionamenti manipolatvi che possono essere:

  • Medicina difensiva
  • Fattori socio-politici
  • Fattori economici

Quando riusciamo a tendere all’armonia tra “ ragione e sentimento”, siamo in grado di relazionarci con persone fragili, perché ammalate e prendere decisioni terapeutiche che le riguardano, cogliendo e rispettando i diritti della persona.

TRASFORMAZIONI STRUTTURALI PER AFFRONTARE INSIEME LA SOLITUDINE

DOTT. R. BECARELLI*,  Dott. Cristian Bonanomi**, Arch. Ilaria Sarà***

*AOU Città della Salute e della Scienza, Torino

**Laboratorio MIPS ” Dipartimento di Informatica” Università di Milano

*** Master Design e colore, Università di Milano

La legislazione sull’edilizia sanitaria, dalla legge Petragnani del 1939 a quella più recente del  D.P.R. 14 gennaio 1997 (cosiddetta Legge Bindi recante “Requisiti minimi per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private”) ha normato le caratteristiche costruttive degli ospedali e delle strutture sanitarie tenendo conto soprattutto dell’igiene, della sicurezza tecnico-impiantistico, del cosiddetto “comfort alberghiero” e del rispetto della privacy. I parametri introdotti, quando rispettati, hanno determinato una uniformità costruttiva che toglie ogni specificità all’accoglienza del paziente, se privando il contatto di “umanità”. La struttura influenza molto i comportamenti, soprattutto quelli del personale, che tende ad assumere di conseguenza atteggiamenti ugualmente standards e ripetitivi (come del resto prefigurato dai “protocolli” clinici o dalle “linee guida” imposte dalle procedure).

Non sempre questa uniformità produce effetti positivi, né per il personale né per i pazienti. Emerge qualche volta in modo manifesto la necessità di “riappropriarsi” degli spazi, personalizzandoli, così come di esprimere sentimenti e bisogni al di fuori di quanto rigidamente protocollato dalle procedure in uso.

In questa linea, in un ospedale pediatrico torinese, è stato consentito ai genitori in attesa al di fuori della Camera operatoria e del contiguo Reparto di Rianimazione, di usare i muri  e, poco alla volta, anche i soffitti e gli stipiti delle porte, per scriverci sopra le angosce e i desideri che si levano spontaneamente mentre l’attesa si prolunga. In alcuni anni lo spazio a disposizione, composto da un breve corridoio e da un disimpegno di dimensioni esigue, per di più con il soffitto molto basso, si è così riempito di una miriade di scritte e di graffiti che rendono l’aspetto del luogo scarsamente accogliente se non decisamente degradato.

Le scritte sono state successivamente esaminate e fotografate da ricercatori e studiosi per valutarne la qualità dei contenuti e l’intensità dei sentimenti espressi, diventando anche oggetto di pubblicazioni.

Si rileva che lo stile comunicativo delle scritte sui muri risulta fortemente influenzato dall’imitazione e quindi, lungi dall’esprimere genuino  pathos e spontaneità, si conforma al gusto prevalente delle televonovelas e social network. Esteticamente esso risente altresì della povertà dei mezzi di scrittura utilizzati, soprattutto penne e pennarelli di colore nero.

Nel tentativo di conservare memoria, passata e futura, delle scritte, continuando a  permettere alle persone  in  attesa di esprimersi con libertà ma anche incoraggiando  la creatività soggettiva e facilitando l’esplorazione delle proprie emozioni, si è proceduto con Cristian Bonanomi, ricercatore presso il Laboratorio MIPS-Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano, e Ilaria Sarà,  architetto del Master in Design e Colore del Politecnico di  Milano, a ipotizzare soluzioni di buon impatto estetico e di facile ed economica realizzazione che permettessero di rispondere ai criteri sopra esposti, che si presentano qui di seguito.

Le proposte (VEDI FOTO)

1)Albero della vita: un albero stilizzato dipinto sul muro o realizzato in qualche materiale in rilievo che abbia rami con foglie in carta che potranno essere sovrascritte e poi raccolte via via che si completano, e che potrebbero essere di colore diverso a seconda delle stagioni. Alcune foglie potrebbero già recare delle frasi suggestive che “ispirino”  il registro della comunicazione.

2) Rotoli: Rotoli di carta che scendano dal soffitto sul muro per consentire la scrittura e poi via via che si completano, vengano  srotolati, salvando le scritte precedenti per la conservazione  e l’eventuale esposizione.

3) Fogli mobili: come sopra ma con realizzati secondo il sistema delle lavagne didattiche

4)Fogli appesi al soffitto: magari colorati, come bandierine tibetane, con facile sistema di tiranti per abbassarli e poi risospingerli di nuovo al soffitto

5) Palloncini: come sopra, con il filo che scende senza disturbare il passaggio sottostante ma facilmente raggiungibile. Il palloncino suggerisce simbolicamente l’invio del desiderio al cielo.

6) Origami o farfalle di carta  sospesi al soffitto: come sopra con forme più evocative, magari colorati.

7) Provette lasciate scendere con fili lungo i muri, in cui si possa infilare un messaggio su carta arrotolata. Evoca l’idea del messaggio nella bottiglia, richiama alla sanità, permette anche una certa riservatezza, è di facilissima accessibilità e gestione.

8) Muri coperti con sughero , adatti ad appiccicare o fissare con puntine dei post it da scrivere

9) Tessere di Puzzle disposte a coprire i muri, molto colorate,  per l’uso come sopra.

10)Una rete da pescatore fissata al muro, su cui fissare i bigliettini di carta con semplici mollette da bucato, evocatrice anche dell’idea di “fare rete”.

ESSERE MEDICO OGGI, TRA COMPLESSITÀ E RELAZIONE DI CURA.

ELISABETTA COFRANCESCO

I vorticosi progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni di vita, con il conseguente significativo aumento della sopravvivenza della popolazione, hanno modificato il quadro epidemiologico con la prevalenza di malattie croniche spesso coesistenti (l’80% delle consultazioni del medico di famiglia riguarda pazienti affetti da due o più malattie croniche!) e di malati che, convivendo con la loro (poli)patologia per lunghi periodi di tempo migliorano per conoscenza diretta la propria expertise. Non solo, ma la sempre più ampia diffusione mediatica (giornali, riviste, TV, etc.) del concetto di prevenzione e salute e la vasta disponibilità al pubblico di conoscenze tecniche attraverso Internet consegnano al medico malati sempre più attenti e informati. “Oggi tanti ammalati vanno dal dottore dopo aver passato ore in Internet a leggere tutto quello che c’è sulla loro malattia. Sanno già quali sono i centri migliori, i medici più preparati, le terapie più moderne”*. Ma non per questo i pazienti diventano competenti e più autonomi nelle scelte e nelle decisioni. Ché anzi, essendo esposti a fonti informative spesso contraddittorie e non avendo strumenti per valutarne validità e rigore scientifico, spesso si ritrovano in uno stato di confusione e disorientamento. La possibilità di orientare correttamente il malato nel difficile percorso attraverso la malattia resta una delle competenze principali del medico e passa attraverso una corretta comunicazione professionale. E questo, soprattutto in situazioni complesse, “è un problema, perché purtroppo all’Università non si impara a parlare con gli ammalati: quanti medici sono capaci di dire quello che nessuno vorrebbe sentirsi dire?”*. Una buona comunicazione tra medico e paziente è spesso influenzata dal coinvolgimento emozionale di entrambi, del paziente ovviamente, ma anche del medico, che può essere a sua volta stanco, stressato, preoccupato per questioni personali, con l’ambulatorio strapieno, e così via – senza parlare del medico che lavora in settori clinici carichi di dolore e desolazione, come la psichiatria  o i malati terminali… Di qui la necessità di una adeguata preparazione personale del medico e l’apprendimento da parte di quest’ultimo di specifiche abilità relazionali quali: la capacità di accoglienza e di ascolto, l’auto-consapevolezza (capacità di auto-osservare e monitorare il proprio mondo interno e le proprie emozioni), la capacità di entrare empaticamente nel mondo dell’altro (nei suoi pensieri, valori, significati, emozioni, etc.), ma con la giusta distanza, vale a dire senza perdere la sua forza, la sua sicurezza, il suo ruolo.

  • G. Remuzzi. La scelta. Sperling&Kupfer Ed, 2015

PROPOSTA DI AZIONI PROGETTUALI INTEGRATE TRA DIVISIONE DI ONCOLOGIA E CENTRO DI MEDICINA PSICOSOMATICA:SOGNO O REALTA’?

LUISA MERATI

L’ipotesi di avviare in via sperimentale un processo di collaborazione tra la Divisione di Oncologia e il Centro di Medicina Psicosomatica nasceva nel 2006 dalla consapevolezza che da tale sinergia sarebbe stato possibile migliorare il livello della qualità della vita dei pazienti, offrire agli operatori di entrambi i servizi la possibilità di sperimentare un modello articolato e innovativo di presa in carico, consentire all’azienda ospedaliera S. Carlo Borromeo di Milano di sviluppare un’offerta più articolata di servizi attraverso un processo di ottimizzazione delle risorse esistenti.

OBIETTIVI

• gestire i momenti di attesa offrendo pratiche di riduzione dello stress e contenimento dell’ansia;

• attenuare gli effetti collaterali delle cure (in particolare il vomito);

• fornire informazioni e orientamento mirati al prendersi cura di sé nel corso delle cure mediche.

Su questi obiettivi si possono realizzare azioni su target mirati

Pazienti in day hospital in attesa di chemioterapia

Pazienti in day hospital (in chemioterapia) o ricoverati

CON INTERVENTI DI MEDICINA COMPLEMENTARE:REIKI,IPNOSI,DISTENSIONE IMMAGINATIVA,REFLESSOLOGIA PLANTARE

PROGETTO “ VACANZE VERE “

A. MINERVINO ( relazione presentata da D. Borella)

I luoghi e gli spazi tanto del corpo quanto della mente in armonia con i luoghi e gli spazi materiali che sono l’ambiente in cui i corpi e le menti stanno e si muovono sono al centro di questo intervento.

E’ da questo semplice principio di natura che parte il progetto “ vacanze vere “ , quando ormai nel 2006 si ripropose, con un copione ormai stereotipato, il problema di organizzare il soggiorno estivo dei paziente che afferivano al nostro servizio.

Forti di un sentimento antistigma ci riproponemmo di fare di questa occasione un’azione forte e trasparente del diritto di cittadinanza.

da allora e per ogni anno per un periodo di circa una settimana all’inizio dell’estate un gruppo di pazienti in carico al servizio anche con gravi problemi psicopatologici, va semplicemente in vacanza in posti belli dove ognuno di noi andrebbe con la propria famiglia e con i propri amici, scegliendo luoghi di qualità tanto per il soggiorno quanto per i comfort e il piacere che di solito accompagnano una vacanza vera.